IL PANCIONE SE LA RIDE…
Eh si! Il piccolo che abbiamo nel pancione è un essere intelligente e sensibile con cui mamma e papà possono entrare in relazione sin dalle prime settimane di gestazione.
Il contatto fisico e psicologico dei genitori col proprio figlio durante la gravidanza è collegato alla capacità dei genitori di farsi carico del figlio e di comprendere i suoi bisogni.
Una precoce presa di coscienza della presenza del bambino come individuo porta a una maturità più evoluta dell’identità genitoriale e sostiene lo sviluppo di uno spazio psichico di attesa e di accoglimento per il nascituro che si traduce in promozione di uno stato di benessere psico-emotivo del bambino stesso.
Lo sviluppo sensoriale precoce.
Oggi sappiamo che già nel periodo che precede la nascita il bambino possiede competenze sensoriali e percettive estremamente complesse che gli forniscono la possibilità di costruirsi un nucleo di esperienza psichica ed emozionale che si caratterizzerà come base per lo sviluppo successivo. Tutto questo offre al bambino e ai genitori la possibilità di mettersi sin da subito in contatto tra loro.
Al pancione piacciono le carezze!
Mamma e papà tramite le carezze al pancione possono creare un primo legame con il figlio. Lo sviluppo della capacità tattile è presente sin dalla nona settimana di gestazione e il bambino è in grado di percepire bene il contatto attraverso la parete addominale e uterina. Dal settimo mese di gravidanza se la madre appoggia sul pancione un piccolo peso (ad esempio un libro) potrà notare come il bambino cominci a scalciare per spostarlo.
Il feto è golosissimo di dolci!
Il gusto entra in funzione verso il terzo mese di gravidanza. All’ecografo si possono osservare nel bambino movimenti di suzione e deglutizione ed espressioni di piacere se si iniettano delle sostanze dolci nel liquido amniotico. Al contrario, chiude la bocca se gli vengono iniettate delle sostanze amare.
Il bambino sente e memorizza i suoni!
Tra i due e i cinque mesi di gravidanza si struttura l’udito. Vari studi mostrano come il bambino memorizzi il ritmo cardiaco materno che se registrato e riproposto dopo la nascita ha una funzione rilassante. Il piccolo inoltre è in grado di discriminare il battito cardiaco della propria madre da quello delle mamme di altri neonati.
Altri studi mostrano come il feto riesca a distinguere quando la madre si rivolge a lui o a una terza persona e reagisce e riconosce una storia già nota rispetto a una nuova.
Analogamente alla nascita il bambino riconosce un brano ascoltato ripetutamente negli ultimi tre mesi di gravidanza; ci sono ricerche che mostrano come bambini, le cui madri seguivano quotidianamente una nota “soap opera” mostravano risposte di orientamento attentivo al comparire della colonna sonora della trasmissione stessa.
Se il padre parla dolcemente al bambino appoggiando la bocca a destra o a sinistra della pancia il bambino si sposterà da quella parte ad ascoltare come rapito ciò che papà gli sta dicendo.
…magari se la ride!
Il feto dunque si muove, sente, tocca, reagisce in modo creativo agli stimoli. Mostra una relazione emotiva dinamica con i genitori, si può attivare o rilassare in base al battito cardiaco della madre, partecipa alle sue esperienze emotive.
Il periodo prenatale è fondamentale per la nascita psicologia della persona. Nascita psicologica che scaturisce sia dalle competenze che il feto stesso possiede, sia dalle prime esperienze che il nascituro fa con l’ambiente intrauterino e con l’ambiente esterno.
Diventano fondamentali in tal senso quelle che Verny e Weintraub chiamano “le coccole dei nove mesi” in cui chi si prende cura del bambino prima della nascita lo fa già parlando col lui, accarezzando il grembo della gestante, favorendo lo sviluppo della relazione.
I versi sotto spiegano in maniera estremamente chiara ciò di cui stiamo parlando.
Se un bambino
durante i primi nove mesi della sua esistenza intrauterina
è stato desiderato
perché è stato concepito responsabilmente…
durante la gravidanza ha ricevuto l’accettazione e la gioia materna
perché era desiderato…
è stato ascoltato
perché i suoi genitori sapevano che era capace di comunicare…
è stato capito
perché è stato ascoltato…
è stato accarezzato
perché i suoi genitori sapevano che era sensibile…
è stato accudito
perché è stato desiderato, ascoltato, capito e coccolato…
questo bambino, che è sempre stato accolto,
nascerà e crescerà pensando di valere molto,
si rispetterà e amerà se stesso,
perché è sempre stato rispettato e amato
sin dall’alba della sua esistenza,
quando per la prima volta si è affacciato alla vita
nel grembo di sua madre. (G. Arrigoni Ferrari)
Luca Rubino